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Comune di Foiano della Chiana

APERTURA STRAORDINARIA DELLA CHIESA-MUSEO DELLA FRATERNITA

CHIESA-MUSEO DELLA FRATERNITA
APERTURA STRAORDINARIA DALLE 10:30 ALLE 13:00 E DALLE 15:30 ALLE 19:00
5-6 12-13 19-20 26-27 NOVEMBRE
XVII RASSEGNA DI FOIANOFOTOGRAFIA RAW

Karl Mancini – Ghosts from the past – ECHO Photojournalism

La Cambogia è un paese in grande sviluppo. in cui gli investimenti stranieri, soprattutto Russi e Francesi, hanno cambiato le abitudini e lo stile di vita di molti. Ma, non molto lontano dalla turistica Serendipity beach di Sianoukville o dai magnifici templi di Angkor, il tanfo delle latrine si sente forte, la gente vive in condizioni disperate e le condizioni dei bambini, spesso orfani sfruttati che si aggirano per le strade a mendicare o vendere oggetti, sono allarmanti. In particolare il paese continua ad essere disseminato di mine antiuomo, triste lascito della tragica storia vissuta negli ultimi 30 anni del secolo scorso. Le mine furono utilizzate in massa dai Khmer Rossi che sono tristemente noti al mondo e presenti nelle memorie di ognuno nel paese per i 4 anni in cui instaurarono la Kampuchea Republic dal 1975 al 1979.
Durante quegli anni il loro comandante Pol Pot fu l’architetto di una delle rivoluzioni più radicali e cruente della storia dell’umanità. Occupata la capitale Phnom Penh il 17 aprile 1975 fu proclamato l’Anno Zero del paese e iniziata l’opera di trasformazione dello stato in cooperativa agraria guidata da contadini. L’intera capitale fu sgomberata, venne abolita la circolazione della moneta e il servizio postale isolando di fatto il paese. Chi si opponeva veniva giustiziato all’istante, furono massacrati gli avversari politici ed epurate intere zone del paese come quella orientale più vicina al Vietnam in cui si stanziavano popolazioni definite “corpi cambogiani con menti vietnamite”. Alle migliaia di persone uccise dai Khmer rossi nelle campagne o all’interno dei campi di lavoro in cui donne, bambini, vecchi venivano terminati a bastonate o con attrezzi di lavoro “per non sprecare pallottole” e poi seppelliti in fosse comuni molte delle quali ad oggi ancora non venute alla luce, si aggiunsero i migliaia di morti di stenti e malattie. Ai cambogiani furono tolti famiglia, cibo, terra e fede e si calcola che circa 1,8 milioni di persone morirono in quegli anni.
La Cambogia venne liberata nei primi giorni di gennaio 1979, Pol Pot e i Khmer rossi rimasti a lui fedeli si rifugiarono al confine con la Thailandia e, in seguito furono negli anni ’80 gli stessi vietnamiti che, servendosi della forza lavoro coatta locale, costruirono un campo minato di 700km lungo l’intero confine tra Cambogia e Thailandia. Dopo il loro ritiro, altre mine furono posizionate dal governo cambogiano per impedire una nuova invasione e, di nuovo, dai Khmer rossi per proteggere le zone in cui si erano rifugiati e da cui sviluppavano azioni di guerriglia fino alla morte di Pol Pot avvenuta il 15 aprile 1998.
Ancora oggi la guerra civile cambogiana continua a mietere vittime specialmente nelle campagne. I più colpiti sono i bambini e i contadini che, spesso, durante la stagione secca si stabiliscono in zone che sembrano sicure per iniziare una nuova vita per vedere i loro sogni infrangersi qualche mese dopo per la perdita o la mutilazione di un familiare, in quanto durante la stagione delle piogge il terreno si ammorbidisce liberando gli ordigni inesplosi. Nelle zone delle province di Banteay Meanchey, Krong Pailin, Oddar Meanchey, Preah Vilear, Pursat e Siem Reap operano diversi gruppi di ONG per cercare di risolvere il problema. Nella zona di Battambang si è persino formato un comitato popolare per supportare il lavoro di un ex Khmer rosso, Aki Ra, che, dopo aver seminato migliaia di mine per 15 anni, ha disertato e, dalla fine degli anni ’80 da solo ha iniziato un’opera di sminamento dei campi.
Dal 1997 ad oggi più di 150 paesi hanno firmato la Convenzione di Ottawa che vieta la produzione, l’immagazzinamento, l’uso e la vendita delle mine antiuomo. Lo scorso 7 Agosto 2014 due ex leader dei Khmer rossi, Nuon Chea e Khieu Samphan, sono stati condannati all’ergastolo da un tribunale cambogiano sostenuto dall’Onu per crimini contro l’umanità. Il primo, 88 anni, era considerato l’ideologo del regime maoista guidato da Pol Pot ed è soprannominato “il fratello n.2″. Nell’aprile 2015 ricorre l’anniversario dei 40 dall’inizio della dittura. In Cambogia ben 1 famiglia su 2 ha subito uccisioni dai Khmer rossi, molti dissidenti dei quali sono tornati ai loro villaggi e vivono la loro vita cercando di dimenticare un passato infernale.
La Cambogia ancora oggi è un paese afflitto dal problema delle mine antiuomo ed è tra i primi al mondo in cui si registrano il maggior numero di amputazioni pro capite: più di 30000 persone hanno perso arti a causa delle mine o di ordigni militari inesplosi. I più colpiti sono i bambini e i contadini. Lavorando al mio progetto “GHOSTS FROM THE PAST” ho passato quattro anni ad occuparmi del problema collaborando con ONG che cercano di risolverlo e offrono aiuto a chi ha bisogno di riabilitazione fisica e supporto medico. A quindici anni di distanza dalla firma degli accordi di pace, ancora oggi, ogni mese circa 20 persone sono vittime di questa piaga.

info: www.foianofotografia.com


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