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Comune di Foiano della Chiana

SABATO 6 MAGGIO SPETTACOLO DI LAUDI

SABATO 6 MAGGIO PRE 21.15
CHIESA DI S. MICHELE ARCANGELO

IN LAUDES: 1932 GIORNI

Spettacolo di laudi perugine del Duecento a cura delle Associazioni Compagnia il Cilindro e Gotama, con il patrocinio dell'Amministrazione comunale.

 

Il cilindro e Gotama presentano: In Laudes: 1932 giorni

Albano Ricci

Laudi perugine del Duecento:

È nel quadro della rinnovata spiritualità del XIII secolo, che ha visto l'istituzione degli ordini mendicanti dei Domenicani e dei Francescani e l'emergere di una religiosità popolare collegata alla nascita di numerose confraternite e associazioni laiche con fini edificanti e ascetici, che si colloca la diffusione del genere letterario della lauda o “laude” e della tipologia libraria dei laudari.
Questo componimento poetico trae origine dalla poesia liturgica latina e fu promosso nei primi decenni del duecento nell'Italia centro-settentrionale per opera delle confraternite dette dei “laudesi”, specializzate nel cantare lodi alla Vergine. Ben presto se ne diffuse una forma recitata, sul modello della ballata, in cui si alternavano la voce di un solista e quella del coro; da questa forma si è giunti alla cosiddetta lauda “drammatica” o narrativa, primo nucleo delle sacre rappresentazioni quattrocentesche, con l'aggiunta di più personaggi e con l'adozione di un dialogo maggiormente articolato.
La loro fortuna è legata al movimento dei Disciplinati o Flagellanti, che prese le mosse da Perugia per azione del frate Raineri Fasani, il quale ne favorì lo sviluppo prendendo ad esempio, forse, uno dei più antichi ed illustri testi di questo genere, il Pianto della Madonna di Iacopone da Todi. 
In origine la trasmissione delle laudi avveniva oralmente fino a quando, nella seconda metà del XIII secolo, iniziarono ad essere raccolte per scritto in codici che, per questo motivo, sono detti laudari.
Il più antico di essi è conservato presso la Biblioteca del Comune e dell'Accademia Etrusca di Cortona, ms. 91. È un volume membranaceo, composito, di cui la prima unità codicologica (ff. 1-132) misura 221x168 mm ed è databile alla fine del XIII secolo, mentre la seconda ed ultima parte (ff. 133-171), di minori dimensioni - 210x152 mm - risale alla prima metà del secolo successivo. Vi sono trascritti 47 brani, di cui 46 corredati da notazione musicale, che trattano, in prevalenza, argomenti di tipo mariano, ma anche temi liturgici come, per esempio, la Natività o la Pasqua o la devozione di particolari santi come san Francesco, san Michele ecc.
Il laudario, scritto in volgare, entrò ben presto in uso presso tutte le confraternite; le laudi sono organizzate secondo un calendario canonico e seguono l'attività “liturgica” dell'associazione laica di appartenenza che, del resto, aveva l'obbligo di officiare tutto l'anno. La fattura dei codici rispecchia, in genere, una certa familiarità con la produzione libraria e dal punto di vista contenutistico vi si può riscontrare una buona conoscenza dei testi sacri e delle regole di versificazione.
Le laudi perugine interpretate in questa occasione sono tratte da manoscritti ora conservati nella Biblioteca comunale Augusta di Perugia, nella Biblioteca Vallicelliana di Roma e nella Biblioteca Apostolica Vaticana. Nonostante per molti secoli i testimoni di questa tradizione siano rimasti nascosti negli scaffali di antiche biblioteche, i testi ancora oggi conservano la stessa forza e “drammaticità” originarie.
 Simone Allegria


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